Inedito,  Poesia

Loki

Io, dio del caos, che sdegno infinito respira,
Con le mie barzellette fugaci, i miei
Giuochi di parole irriverenti
Verso l’autorità,
Mi burlo, io, dei bugiardi:

Di chi non sa sentire
L’attrazione incantata delle onde celestiali
Originate
Dall’ampio mondo fatato;
Di chi crede
Di non credere, di chi usa la mente
Per agevoli costrutti primari edificare
Sopra la Musa Suora, che al massacro
Sopravvisse.

Oh stelle che vegliate su di lei, ditemi, perché?
Perché arrivare finalmente a me in questa maniera
Così beffarda, e poco rispettosa
Dell’amore altrui? Sembra che
Dovrò essere io, ora, ad averti come pubblico,
Finalmente.
Mi va bene così.

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