
Lingue di fuoco intrecciate
Oggi il cielo sembra quasi viola.
Non ricordo bene se quella sera
Fosse coperto oppure terso
O se si vedesse almeno qualche stella.
Un tuffo inaspettato nel passato.
Ricordo: tanto ridere mi offuscava la vista,
Quel colore rapiva tutta la mia attenzione
E ti fissavo attonito, mentre mi parlavi.
Mentre danzavi su di me, poi, nemmeno pensavo.
Lingue di fuoco, quei tuoi capelli accesi,
Mi hanno tenuto stretto a te per una notte
Vivida Fiamma, hai rotto il mio indugio,
Determinata, così desiderata.
Mi hai reso fiamma e ci alzavamo insieme,
Crepitando come roghi violenti;
Ti ho reso Fiamma e ci alimentavamo insieme,
Tremolando come candele esauste.
Fuoco intrecciato, fumo, buio nella notte.
Purtroppo è sorto il sole quel mattino
-E l’avrei anche visto albeggiare
Avessi avuto spazio nei miei occhiSpezzando quell’incanto così umano.
Ho dato un ultimo assaggio alle tue labbra
Per non dimenticarne il sapore, il calore,
E mi salutava la tua immagine, esposta
Al giorno, mentre ridevi e tornavi a dormire.
Dicembre, pallido e freddo, mi aspettava là fuori,
Lasciavo in quella stanza la tua luce
Ma non sentivo freddo, non mi sentivo solo.
Solo un’inaspettata leggerezza fuori posto
Rumore, vento, l’oggi mi aggredisce di nuovo.
Il cielo velato ora rivela più azzurro.
È inverno e il freddo inizia a entrarmi nelle ossa
Ma nel mio animo irrequieto è rimasto
Ancora un po’ del tuo calore: quanto basta.


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