In flemma eterna Non piangerò, per sempre condannato Ad una corsa imperitura Tra il Santo che impedì al peregrin la pace E colui che per troppa igiene condannò Il Salvatore.
Ma d’altronde, non furono tali eventi Buoni, alla fin fine? Non fu grazie a loro che Queste parole possono fluttuare su fotoni? L’agnello condusse il pellegrino al suo macello Ma dalle sue interiora Si scorse il bel futuro Della propria opera.
E perché dunque son Loro puniti? Sebbene il contributo maligno Sia compensato Dalla felicità umana? Sono forse anch’io così? Chi è colui che devo dunque cingere Di alloro, o rovo?
Se proprio deve essere, Cercherò il mio unto, avverbio temporale, Al punto dal finirci io all’inferno.
Per poi scapparne via? Come fece con passo ardente Il cacciatore ctonio