Articolo,  Frammenti di civiltà perdute

Il sacrificio nella Grecia Antica

Epica: un prontuario per la vita

L’Iliade (compralo qui) e l’Odissea (compralo qui) sono i due testi fondamentali della letteratura greca. Sono anche testi molto antichi, si pensa risalgano all’VIII sec. a.C., ma i miti e i personaggi che raccolgono al loro interno erano conosciuti anche prima. A ragione Havelock li definisce “enciclopedia tribale”. Dall’ascolto dei poemi epici un uomo greco, infatti, imparava tutti i valori etici e comportamentali necessari per poter vivere in comunità; imparava anche come svolgere alcune azioni, ad esempio i sacrifici.

La precisione prima di tutto

In una società arcaica e tradizionale, come quella in cui vivono gli eroi omerici, era fondamentale la precisione e l’esattezza delle operazioni, soprattutto in materia religiosa. Le società tradizionali, infatti, si fondano sul concetto di rito, cioè un’azione ripetuta allo stesso modo e nelle stesse occasioni, spesso anche negli stessi luoghi; ogni deviazione dalla norma è vista come foriera di sventure e disastri.

Durante questi riti si svolgevano dei sacrifici. Sappiamo bene come erano svolti nella Grecia arcaica grazie alla preziosissima testimonianza di Omero. Nell’Iliade e nell’Odissea sono riportati con precisione tutti i passaggi per compiere bene un sacrificio (il termine greco, ἑκατόμβη, hecatòmbē, faceva originariamente riferimento al sacrificio di 100 buoi, la parola è infatti un composto ἑκατόν, hecatòn, “cento” e βοῦς, bùs, “bue”, ma poi il suo significato si è espanso ad indicare altri animali.). Gli animali per il sacrificio venivano sgozzati, venivano separate le carni dalle ossa, poi le ossa erano avvolte in un doppio strato di grasso, posti dei pezzi di carne su quelle e poi bruciate sul fuoco. Le ossa venivano bruciate perché gli dèi si nutrivano, o meglio si compiacevano, del fumo che saliva al cielo. Omero, però, non dice il perché del fatto che gli dèi accettino volentieri le parti peggiori di un animale, le ossa e il grasso, mentre lasciano la carne agli uomini.

Gregorio Martínez, Prometeo , 1990-1996, olio su tela

Una carne molto cara

Per comprendere il motivo bisogna fare riferimento ad un altro mito, che Omero non riporta, ma sicuramente il suo pubblico conosceva alla perfezione. Fortunatamente abbiamo un’attestazione coeva ad Omero di questo episodio: quella di Esiodo. Stando al mito il titano Epimeteo aveva ricevuto il compito di distribuire virtù agli esseri viventi, ma agendo superficialmente quando arrivò il momento di distribuire le qualità agli uomini si trovò a non averne più. Il fratello Prometeo, allora, rubò ad Atena l’intelligenza e la memoria e le donò agli uomini. Zeus, adirato per il gesto, voleva distruggere gli uomini, perché riteneva questi doni troppo pericolosi da dare all’umanità e iniziò a meditare una punizione per il titano e gli uomini che tanto amava. A quei tempi, uomini e dèi banchettavano spesso assieme, così una sera fu portato un grande bue, una parte sarebbe spettata agli uomini e una a Zeus. Zeus incaricò Prometeo di compiere questa spartizione. Il titano, volendo aiutare come al solito l’umanità, fece due parti: una con la carne, la parte migliore, nascosta sotto la pelle del bue, mentre l’altra consisteva nelle ossa avvolte nel lucido grasso. Così facendo sparava di ingannare Zeus e gli disse di scegliere. Il signore degli dèi e degli uomini era ben conscio dell’inganno, ma scelse comunque la parte con le ossa avvolte nel grasso, perché voleva punire il titano e l’umanità. In cambio della carne l’umanità avrebbe patito la mortalità e inoltre Zeus le avrebbe tolto il fuoco; Prometeo, invece, sarà punito solo più tardi, quando restituirà il fuoco agli uomini, sarà infatti incatenato sul monte più alto del Caucaso, trafitto da una colonna, mentre un’aquila gli avrebbe divorato il fegato ogni giorno (di notte, infatti, la ferita si rimarginava e il fegato ricresceva), fino a quando Ercole, passando per il Caucaso, non lo liberò.  

*L’immagine in copertina è il dipinto di Carl Frithjof Tidemand-Johannessen, La città del mito, 1949

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *