
La coreografia dell’intimità
Molto spesso negli spettacoli che vediamo a teatro troviamo delle scene di profondo contatto fisico, dai baci alla nudità, alla violenza sessuale simulata. Come fanno però gli attori a rappresentare questi particolari eventi e mantenere una loro stabilità emotiva, un certo distacco? Come fa un regista a dirigere queste tipologie di scene senza creare disagio o malessere?
Innanzitutto bisogna capire che la nudità, il bacio, la violenza sono utili in una messinscena solo quando apportano qualcosa alla storia, quando hanno un significato. Molto spesso si pensa erroneamente di usare questi elementi per sconvolgere, per attirare l’attenzione, in realtà si finisce per sfruttare la disponibilità degli attori facendo fare loro qualcosa di non realmente utile allo spettacolo. Gli attori non devono quindi lasciarsi intimorire dall’autorità della figura del regista e imparare a dire no quando qualcosa supera un loro limite, ma soprattutto il regista non deve abusare del suo ruolo e ha la responsabilità di formarsi per dirigere il più professionalmente possibile tali scene.
La coreografia dell’intimità serve proprio a questo, è un processo creativo e tecnico che serve a creare intimità fisica e emotiva, sia positive che non, durante le esibizioni dal vivo. Dai semplici baci alle scene di violenza sessuale, l’intimità ben coreografata assicura che la produzione, il regista, i coreografi e gli attori siano ben supportati e con in mano tecniche concrete adatte ad affrontarle. Ci sono delle vere e proprie scuole che offrono una preparazione di questo genere, soprattutto all’estero, e una delle più famose è quella di Chelsea Pace.
Chelsea Pace è una coreografa, coordinatrice ed educatrice dell’intimità, nonché co-fondatrice e preside della facoltà del “Theatrical Intimacy Education”. Nel 2021 è stata premiata dal Kennedy Center per il suo lavoro rivoluzionario che finalmente ha portato chiarezza e praticità all’arte e al processo di direzione dell’intimità. Il suo lavoro è ben descritto nel suo libro Staging Sex: Best Practices, Tools, and Techniques for Theatrical Intimacy (compralo qui), che se siete lavoratori dello spettacolo o anche solo interessati all’argomento vi consiglio fortemente di leggere.
Sostanzialmente ciò che Chelsea consiglia è di ridurre l’atto sessuale che si vuole mettere in scena a una coreografia totalmente meccanizzata, con un ritmo ben preciso, avvicinamenti e allontanamenti studiati a tavolino dal regista e tenendo conto di utilizzare un vocabolario ben preciso e professionale nel dirigere queste scene. L’utilità della coreografia dell’intimità sta, quindi, nella desessualizzazione del corpo e negli atti fisici che esso compie. Ciò aiuta a creare un ambiente sicuro per gli attori, che non avranno un peso emotivo, strascico di una scena diretta male, ma anche il regista, che usando la tecnica di Chelsea Pace riuscirà ad avere una scena di atto fisico pronta in poco tempo e perfettamente coreografata.
* L’immagine in copertina è Pigmalione e Galatea di Jean-Léon Gérôme, 1890, olio su tela.


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