
L’arte di improvvisare
E ora che dico?
La regola d’oro d’ogni attore è “the show must go on”, “lo spettacolo deve continuare”, una frase che ha le sue origini negli ambienti circensi e teatrali del XIX sec., ma ha sicuramente radici più antiche, come, ad esempio testimonia Shakespeare, che scrisse: “play out the play”, “portate a termine la recita” (Shakespeare, Enrico IV, parte I, 2.4). Questa frase significa che, qualunque cosa accada, l’attore deve rimanere nel personaggio e far sembrare che tutto stia andando secondo i piani, perché altrimenti si rompe la sospensione dell’incredulità. Per contravvenire a ciò ogni attore dispone di un più o meno grande repertorio personale di modi di rispondere a situazioni inattese, repertorio che si è costruito col tempo e con l’esperienza. Ma esiste una tipologia di teatro che fa dell’improvvisazione la sua regina.
Teatro d’improvvisazione ieri e oggi
Probabilmente forme di improvvisazione esistevano già nella commedia antica, ma la forma più compiuta è la commedia dell’arte, una forma di spettacolo nata in Italia nel XVI secolo e rimasta popolare fino al XVIII. Nella commedia dell’arte ogni spettacolo si poggiava su un canovaccio, una traccia che riportava la trama da seguire e i personaggi in scena in ogni dato momento, ma mai le battute, che venivano improvvisate sul momento dagli attori. Col l’affermazione del dramma scritto, il canovaccio ha trovato una sua nicchia nel teatro varietà.
Il teatro d’improvvisazione moderno nasce negli Stati Uniti e molte regole vengono codificate alla fine degli anni ’50 e all’inizio degli anni ’60 a Chicago. In quella città, infatti si esibiva il gruppo The Compass Players, in attività dal ’55 al ’58 e considerato il primo gruppo di improvvisazione teatrale statunitense. Il gruppo fu fondato da David Shepherd e Paul Sills, la cui madre, Viola Spolin, insegnava teatro ed aveva pubblicato già a partire dagli anni ’40 una serie di libri su esercizi d’improvvisazione teatrale, Improvisation for the Theater. In quegli anni Viola Spolin tenne lezioni a molti attori che diffusero poi l’arte del teatro d’improvvisazione. L’improvvisazione moderna si poggia soprattutto sulla commedia e principalmente ci sono due tipologie: shortform e longform.
Giochi e forme diverse
L’improvvisazione Shortform consiste in brevi scenette, fondate su una struttura predeterminata, ma influenzata dai suggerimenti del pubblico. In uno spettacolo shortform ci possono essere molte scenette e si può rompere più volte la 4° parete per chiedere input.
Per quanto riguarda l’improvvisazione Longform, invece, di solito le scenette d’improvvisazione, o spesso la scenetta, visto che molte volte si chiede al pubblico un solo input, è unita da una storia e i personaggi e le loro vicende rimangono fissi per la durata dello spettacolo.
In Italia l’improvvisazione teatrale è arrivata molti anni dopo, la cui forma più matura si è avuta con l’Imprò, nata qui nei primi anni 2000. È un genere di spettacolo in cui si fronteggiano due squadre di attori. Come in una gara ci sono varie prove, soprassedute da un giudice. Al termine delle 5 prove il game è terminato e il giudice assegna la vittoria ad una delle due squadre.
*L’immagine in copertina è Improvvisazione 26 di Wassily Kandinsky, olio su tela, 1914.

Viola Spolin, Esercizi e improvvisazioni per il teatro
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